I
cuori degli orologi del piccolo paese battevano onestamente il loro tic - tac.
Tic - tac... Tic - tac... Tic - tac...
Quando
tutto dormiva nel piccolo paese, si udiva soltanto quel tic - tac.
Ticchete
- tacchete, tacchete - ticchete...
Fraticello
col cappuzzo,
fai
capolino: sono le sei
Tacchete
- ticchete, ticchete - tacchete...
Vecchio
orologio, suona le sei
Fraticello
cattivello!...
Dlin
dlin dlin,
la
campanina
si è
arrochita
poverina,
per
chiamarti
alla
chiesina,
cattivello
fraticello!...
La
chiesina
rossa
in cima
a quel
verde
praticello,
cattivello
fraticello!
Dan, dan, dan, dan, dan, dan,
frettoloso
il fraticello
il
fraticello col cappuzzo,
traversava
la piazzetta.
Traversava
a capo chino,
traversava
così in fretta!...
Non udiva
l’orologio.
Fra
le carte muffite del notaro, c’era un vecchio orologio a cucù.
Il
notaro beveva il caffè e si addormentava ogni sera, sulle carte muffite.
Ogni
sera alle nove in punto, dopo bevuto il caffè.
Glu-glu,
glu-glu, glu-glu-glu...
Il
notaro, glu-glu, glu-glu-glu,
sorseggiando
beveva il caffè.
Lo
spiava, occhi tondi, il cucù.
Il notaro sbadiglia
sbadiglia...
la tazzina spalanca la
bocca,
il sigaro socchiude
l’occhio,
la candela vacilla
vacilla...
Cu
cù, cu cù, cu cu cù.
Ma
il notaro dormiva, dormiva...
Dormiva
sulle carte muffite, e non udiva
Cu
cù, cu cù, cu cu cù.
Scarpe,
ciabatte, zoccoli e stivali.
Scarpe qua, scarpe là,
uno zoccolo qui, uno zoccolo lì,
uno
stivale lassù, uno stivale laggiù,
ciabatte, ciabatte, ciabatte, ciabatte...
e un
omino che batte.
Tocche, tocche, tocche, tocche,
tocche, tocche, tocche, tocche...
per
un chiodo un tocche-tocche.
Nella tasca del giubbetto,
tocche-tocche, tocche-tocche,
rispondeva un tocche-tocche.
Tocche-tocche tutto
d’oro,
con gobbetto e con catena
e tre lucide calotte:
tocche-tocche,
tocche-tocche.
Era onesto,
Tocche-tocche:
per un chiodo un tocche-tocche.
Ma l’omino che batteva,
non
udiva tocche-tocche.
Un
vecchio e una vecchia abitavano una casa.
Un
vecchio e una vecchia soli, in una casa scolorita dal tempo.
Il
vecchio e la vecchia quasi non vedevano.
Do -on... do - on... do- on... do - on...
Il
giorno era notte, la notte era giorno.
Il
vecchio e la vecchia quasi non udivano.
Do -on... do - on... do- on... do - on...
La
notte era giorno, il giorno era notte.
Nella
casa si muovevano senza far rumore.
Solo
il grande orologio a pendola sonava le ore, molto lentamente:
Do -on... do - on... do- on... do - on...
Una
volta arrivò nel piccolo paese, un maligno orologetto di città. Era lucido ed
aveva un rubino falso nella testa:
Tìcchiti,
tìcchiti, tìcchiti, tìcchiti...
Stupidi,
stupidi, stupidi, stupidi...
Stupidi,
stupidi, questi orologi!
Tìcchiti,
tìcchiti, tìcchiti, tìcchiti...
Corrono
corrono, corron perché?
Corrono,
corrono, corrono, corrono...
Nessuno
li guarda, qui nel paese...
Tìcchiti,
tìcchiti, tìcchiti, tìcchiti...
Qui
nel paese, non è città,
dove
orologio vuol dire re.
Tìcchiti,
tìcchiti, tìcchiti, tìcchiti...
Stupidi,
stupidi, stupidi, stupidi,
Corrono
corrono senza un perché.
Cre cre, cre cre cre, quando gli davano
la corda, il rubino falso
che aveva nella testa
ammiccava come un occhietto.
Un occhietto rosso e
maligno.
Tìcchiti, tìcchiti,
tìcchiti, tìcchiti...
Un giorno l’occhietto rosso e maligno, ammiccò al cucù,
dell’orologio a cucù.
non fu più
rispettabile
cucù
E
il cucù dell’orologio a cucù, strizzò un occhio a Tocche-tocche.
Tocche-tocche tutto d’oro
con gobbetto e con catena
e tre lucide calotte...
E il gobbetto, quel
gobbetto!...
gli piaceva far
l’occhietto...
dalla tasca del giubbetto
strizzò l’occhio, a
Ticche-tacche.
Solo
il vecchio orologio a pendola non aveva visto nulla, non aveva udito nulla.
Nella
casa scolorita dal tempo, sonava le ore, molto lentamente.
Do -on... do - on... do- on... do - on...
Battevano
i cuori del piccolo paese.
Quel
giorno arrivava il piccolo re!
Alle dodici in punto,
sul bianco cavallo,
passerà per le strade
il piccolo re.
Fiori fioriti
su lui pioveranno,
fiori rossi fioriti
per il piccolo re.
Al
di là delle mura, fiorivano i fiori.
Fiori
rossi fioriti, per il piccolo re.
Nessuno
coglieva al di là delle mura,
i
fiori rossi fioriti per il piccolo re.
I
maligni orologi del piccolo paese, sonavano le undici.
Per
le strade deserte del piccolo paese,
cavalcava
accigliato il piccolo re.
Nessun
fiore cadeva dalle chiuse finestre.
Nessun
fiore cadeva per il piccolo re.
Nel
piccolo paese le strade deserte,
risonavano
al trotto del piccolo re.
Odoravano
i fiori al di là delle mura.
Fiori
rossi fioriti per il piccolo re.
Nella
casa scolorita dal tempo, il vecchio orologio a pendola,
sonava
le dodici, molto lentamente.
Do -on... do - on... do- on... do - on...
Do -on... do - on... do- on... do - on...
Do -on... do - on... do- on... do - on...